Gianni Rodari riesce a diplomarsi un anno
prima dei suoi coetanei sostenendo lesame di maturità come privatista. Il giovane
diciottenne viene quindi alle prese con i duri problemi della vita quotidiana, tra i quali
- ovviamente - il lavoro. La prima occupazione è presentata con dovizia di particolari
nella Grammatica della Fantasia:"Nell'inverno 1937-38, in seguito alla
raccomandazione di una maestra, moglie di un vigile urbano, venni assunto per insegnare
l'italiano ai bambini in casa di ebrei tedeschi che credevano - lo credettero per pochi
mesi - di aver trovato in Italia un rifugio contro le persecuzioni razziali. Vivevo con
loro, in una fattoria sulle colline presso il lago Maggiore. Con i bambini lavoravo dalle
sette alle dieci del mattino. Il resto della giornata lo passavo nei boschi a camminare e
a leggere Dostojevskij. Fu un bel periodo, fin che durò. Imparai un po' di tedesco e mi
buttai sui libri di quella lingua con la passione, il disordine e la voluttà che fruttano
a chi studia cento volte più che cento anni di scuola".
Conclusa quest'esperienza, la necessità di una sistemazione professionale, in grado di
garantire autonomia economica, divenne impellente per Rodari. Il diploma magistrale gli
consentiva, intanto, di accedere alle supplenze nella scuola elementare. Gianni, in parte
per convinzione in parte per necessità, si mise su tale strada: Biandronno, Gavirate,
Ronco di Angera, Brusimpiano, Cardana di Besozzo, Tradate furono, nel biennio 1938-40, le
sedi del suo insegnamento come maestro precario. Così ricorda la sua esperienza come
maestro nella Grammatica della fantasia, in cui l'autore, con una punta di
civetteria, scrive: "Dovevo essere un pessimo maestro, mal preparato al suo lavoro
e avevo in mente di tutto, dalla linguistica indo-europea al marxismo [...]; avevo in
mente di tutto fuor che la scuola. Forse, però, non sono stato un maestro noioso.
Raccontavo ai bambini, un po' per simpatia un po' per voglia di giocare, storie senza il
minimo riferimento alla realtà né al buonsenso, che inventavo servendomi delle
"tecniche" promosse e insieme deprecate da Breton".
tratte da Gianni
Rodari Gavirate: Gli Anni Giovanili, Nicolini Editore, testo di Federica
Lucchini.